Terapia per lievi incontinenze urinarie con laser a CO₂ frazionato
La procedura

La gestione delle lievi incontinenze urinarie rappresenta una sfida crescente nella vita quotidiana di molte donne: perdite involontarie durante uno starnuto, un colpo di tosse o un’attività fisica moderata possono incidere profondamente sulla serenità, l’autostima e la qualità di vita. La terapia con laser a CO₂ frazionato si propone come una soluzione non chirurgica, minimamente invasiva, idonea a migliorare il tono dei tessuti pelvici, rinforzare il supporto uretrale e ridurre i sintomi legati all’incontinenza da sforzo o mista. In questo articolo approfondiamo come funziona questa procedura, a chi è rivolta, quali sono i benefici, le possibili limitazioni e come scegliere bene la struttura e lo specialista.
Che cosa si intende?
Le lievi incontinenze urinarie si manifestano con perdite involontarie di urina in situazioni che aumentano la pressione intra‑addominale — ad esempio starnuti, tosse, salto — e/o con urgenza minzionale, frequenza eccessiva o incapacità di trattenere l’urina in momenti critici. Le forme più leggere (come la Incontinenza urinaria da sforzo – IUS) sono spesso trascurate o vissute come “normali” dopo il parto o in menopausa, ma in realtà possono essere affrontate efficacemente. Il termine “lievi” in questo contesto sottolinea che non si tratta (o non ancora) di incontinenze gravi con necessità di ricorso chirurgico avanzato, ma di una condizione in cui il tessuto di supporto dell’apparato urogenitale ha perso parte del proprio tono e sostegno.
Come funziona la terapia
La terapia mediante laser a CO₂ frazionato interviene sui tessuti vulvo‑vaginali e sull’apparato pelvico con impulsi frazionati di energia termica, destinati a stimolare la produzione di collagene, favorire la vascolarizzazione e migliorare l’elasticità e il supporto del tessuto connettivo. Ad esempio, lo studio su IUS lieve e sindrome genito‑urinaria ha mostrato un miglioramento soggettivo e oggettivo grazie all’aumento della vascolarizzazione periuretrale. In pratica:
- Viene inserita una sonda o applicatore specifico all’interno della vagina o nella regione vulvo‑vaginale.
- L’energia laser frazionata eroga micro‑impulsi che creano micro‑lesioni “controllate” negli strati superficiali della mucosa (senza incisioni) che stimolano il rimodellamento tissutale.
- Questo rimodellamento, con la nuova produzione di collagene ed elasticità, sostanzialmente migliora il sostegno dell’uretra e del pavimento pelvico e può ridurre le perdite urinarie.
- Il vantaggio chiave è che la procedura è ambulatoriale, ben tollerata, non richiede generalmente anestesia profonda, e consente un recupero rapido.
Indicazioni e benefici attesi
A chi è rivolta
- Donne che presentano incontinenza urinaria da sforzo lieve, soprattutto dopo gravidanze o con patologie lievi del pavimento pelvico.
- Pazienti in menopausa con alterazioni dei tessuti vulvo‑vaginali e supporto uretrale ridotto, che manifestano perdite occasionali.
- Persone che desiderano una terapia non chirurgica e a basso impatto, magari come trattamento complementare a riabilitazione del pavimento pelvico.
Benefici principali
- Miglioramento del tono e dell’elasticità tissutale, con conseguente riduzione della frequenza delle perdite urinarie o del numero di episodi.
- Recupero rapido: poche sedute, assenza di convalescenza prolungata.
- Impatto positivo sulla qualità della vita: maggiore sicurezza, più libertà nelle attività quotidiane e sociali.
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Limiti, controindicazioni e aspettative realistiche
È fondamentale comprendere che la terapia laser non è una cura universale per tutte le forme di incontinenza urinaria e che l’efficacia dipende da selezione della paziente, grado di incontinenza, condizioni anatomiche.
Come prepararsi e seguire il percorso terapeutico
- Valutazione preliminare: visita ginecologica/uroginecologica, esame delle condizioni del pavimento pelvico, raccolta della storia clinica (gravidanze, parti, interventi chirurgici, menopausa).
- Preparazione alla seduta: in genere non serve anestesia generale; possono essere raccomandati piccoli accorgimenti come evitare rapporti sessuali o attività intense nelle 24‑48 ore dopo la seduta.
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- Numero di sedute: tipicamente 2‑4 sedute a distanza di alcune settimane (30‑40 giorni) per ottenere risultati ottimali.
- Post‑trattamento: rapido ritorno alle proprie attività, ma evitare sforzi fisici rilevanti, bagni in vasca o rapporti sessuali per indicazioni specifiche.
- Mantenimento: in alcuni casi può essere utile una seduta di richiamo annuale o biennale per preservare il risultato.
Perché scegliere questa opzione terapeutica
- È una scelta minimamente invasiva, ideale per donne che vogliono evitare la chirurgia.
- Offre rapidità nella procedura e nel recupero, con un basso profilo di rischio.
- Contribuisce non solo alla riduzione delle perdite urinarie ma migliora anche lo stato tissutale e la qualità della mucosa vaginale e pelvica, rafforzando il sostegno uretrale.
- È spesso proposta in contesti multidisciplinari (ginecologia + uroginecologia + medicina estetica pelvica) che garantiscono un’analisi completa della paziente.
Conclusione
La terapia con laser a CO₂ frazionato rappresenta una valida e moderna opzione per il trattamento delle lievi incontinenze urinarie, specialmente nelle donne che desiderano un percorso non chirurgico, rapido e ben tollerato. Pur non essendo una soluzione miracolosa per tutti i casi, quando adeguatamente indicata e seguita da una buona selezione della paziente e da un protocollo terapeutico corretto, può migliorare sensibilmente la continenza, la qualità della vita e il benessere della donna. Se stai cercando una soluzione efficace per le tue perdite urinarie occasionali o vuoi recuperare sicurezza e comfort nella vita quotidiana, considera questa opzione e affidati a specialisti qualificati.
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